Venerazione, riti e tradizioni per la festa del papà


San Giuseppe, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, rimane una figura viva nell’immaginario collettivo cilentano. Identificato come sposo della Vergine Maria e padre putativo di Gesù nel Nuovo Testamento, viene definito come uomo giusto, eretto a simbolo di unità familiare e paternità.

Dichiarato patrono della Chiesa cattolica nel 1870, al Santo si collega la Festa del papà, una ricorrenza nata nei primi decenni del XX secolo, per festeggiare la paternità. Nel Cilento San Giuseppe oltre a coincidere con la festa del papà il 19 settembre, è anche festa patronale di alcuni borghi come Montecorice, Giungano, Serramezzana. Riti solenni, antichi usi e tradizioni praticati da una parte all’altra del Cilento. Basti pensare alle caratteristiche confraternite cilentane che lo scorso anno hanno accompagnato i festeggiamenti del Santo, portandolo in processione ad Agnone Cilento, oppure la “benedizione dei pani”, nella frazione di San Teodoro di Serramezzana. In questa località è ancora in uso la pratica di benedire il pane in onore di San Giuseppe, da consumare insieme dopo aver recitato una preghiera al Santo. In tempi più antichi si era soliti conservarne un pezzo mentre le briciole venivano sparse nei campi con l’auspicio di allontanare il mal tempo. Il pane, alla base del nutrimento quotidiano, veniva percepito come un dono divino, frutto delle fatiche e dell’intenso lavoro nei campi e da qui l’esigenza di “benedirlo” incidendo una croce sulle pagnotte prima di infornarle. Quale migliore santo, se non San Giuseppe, per celebrare la sacralità di questo alimento, per proteggere la vita rurale e i bisognosi.

La festa religiosa di alcune località, è accompagnata da pratiche civili più diffuse all’interno della comunità cilentana e non solo. Ricordiamo la consuetudine di fare gli auguri a tutti i papà e a coloro che portano il nome “Giuseppe”. Il 19 settembre è la Festa di San Giuseppe anche a tavola: non possono mancare le classiche zeppole di San Giuseppe, semplici o farcite con crema e amarena.

Proverbi cilentani…

“Peppu p Peppu m’ teng à Peppu miu”

Il proverbio diffuso in alcune famiglie del Cilento è più che altro un modo di dire delle donne più anziane che difronte alle domande sbarazzine di figlie e nipoti in questione di uomini, rispondono che non sono disposte a cambiare il loro partner perché sono sicure che non vale la pena di sostituire il proprio marito con un altro. “Se devo cambiare Giuseppe (mio marito) con un altro Giuseppe (un altro uomo), a questo punto mi tengo il mio!” Un po’ come il diffuso detto trentinarese “Ciuccio pe’ ciuccio, me tengo u’ ciuccio mio” Asino per asino, mi tengo il mio asino! Nei cambiamenti si deve migliorare, altrimenti meglio non cambiare nulla.