Perché visitarla


venerdì 20 luglio 2018

Situato nel comune di Ascea, in provincia di Salerno, all’interno del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Alburni, il sito archeologico di Velia è uno dei più importanti fra quelli legati alla storia e alla tradizione del territorio cilentano.  L’antica città di fondazione greca, a pochi km dal mare, di cui restano visibili  l’Area Portuale, Porta Marina, Porta Rosa, le Terme Ellenistiche e le Terme romane, l’Agorà, l’Acropoli, il Quartiere Meridionale e il Quartiere Arcaico, si presta come la location ideale per il viaggiatore desideroso di conciliare in una vacanza l’interesse non solo per il mare ma anche per la cultura. Senza dimenticare che a soli… di distanza si trova l’area archeologica di Paestum, il cui parco si distingue per l aria di innovazione portata dal nuovo direttore Gabriel Zuchtriegel.

 

Di fondazione greca, l’antica città di Elea, con le sue strutture superstiti ed i reperti ritrovati durante gli scavi archeologici e conservati nell’Antiquarium, racconta le diverse fasi di urbanizzazione della città fino ad arrivare a Poseidonia – Paestum e alla deduzione di una colonia latina.

Velia è il nome che i romani diedero alla colonia greca di Elea, fondata intorno al 540 a.C. dai profughi di Focea, città greca dell’Asia Minore, caduta sotto il dominio persiano per opera di Ciro.

L’area in cui sorse la città è caratterizzata da un promontorio sul mare ora interrato, dove sono state individuate le prime tracce dell’età del bronzo. Qui, in età storica, si ebbe il primo insediamento greco di tipo coloniale, poi la città si estese verso il basso e furono creati i quartieri di abitazione.

Pochi decenni dopo la fondazione, la città ebbe tra i suoi cittadini più illustri i filosofi Parmenide e Zenone, cui si attribuisce la costituzione di una scuola di pensiero nota in tutto il mondo greco occidentale e lo sviluppo delle scienze mediche e matematiche. I due filosofi dotarono la città di “buone leggi” grazie alle quali gli Eleati riuscirono a contrastare gli attacchi della vicina Poseidonia.

Velia intrattenne ottimi rapporti con Roma divenendo luogo di villeggiatura e di cura per aristocratici romani. Come Paestum diventò addirittura alleata di Roma, cui fornì navi nelle guerre contro Annibale e, nell’88 a.C., divenne municipio romano, mantenendo tuttavia il diritto di conservare la lingua greca e di battere moneta propria.

A causa dell’insabbiamento dei porti la città subì un progressivo isolamento e impoverimento: alla fine dell’età imperiale gli ultimi abitanti furono costretti a rifugiarsi nella parte alta dell’Acropoli per sfuggire all’avanzamento del terreno paludoso.

Scavi metodici hanno portato alla luce l’acropoli greca, con resti di un grande tempio ionico (V sec. a.C.); vari templi minori e due quartieri, uno residenziale e l’altro commerciale. Imponenti le mura di difesa della città, risalenti al V – IV sec. a.C.; mentre l’attrazione principale di Velia rimane la cosiddetta “Porta Rosa”, con l’unico esempio in Magna Grecia di volta con arco a tutto sesto di età classica.

Lo sapevi che…

Il nome di Porta Rosa fu attribuito dallo scopritore, Mario Napoli, che volle in questo modo rendere omaggio alla moglie, Rosa.

La Porta Rosa più che una porta era un viadotto che aveva la funzione di collegare le due sommità naturali dell’acropoli di Elea: infatti è assente, ad esempio, ogni traccia di cardini. La sua vera natura di viadotto fu scoperta solo a scavi ultimati, quando il nome era già stato attribuito ad una magnifica struttura che costituisce il più antico esempio di arco a tutto sesto in Italia.

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