Paestum e la sua fondazione


Paestum, 25 luglio 2018

Paestum è testimonianza unica di una civiltà che affonda le sue radici nella cultura greca, italica e romana. Fondata da coloni sibariti, Poseidonia nasce su un territorio fertile e diventa presto luogo di scambi commerciali che favoriscono i contatti con la Grecia, le altre colonie d’Occidente e le popolazioni indigene. A questo periodo risale la costruzione dei monumentali templi che ancora oggi si possono ammirare in tutto il loro splendore.

Alla fine del V secolo a.C. la città cade in mano lucana: i Sanniti subentrano nella direzione politica della città continuando ad utilizzare gli stessi monumenti pubblici e apprendendo la scrittura dei Poseidoniati.

Nel 273 a.C. Roma trasforma la città greco – lucana in colonia latina, determinando profonde modifiche…

Area Archeologica. L’area scelta per l’insediamento della nuova pólis magno greca fu definita fin dal principio e non subì modifiche nel tempo: protetta forse da una semplice struttura in pietra, successivamente venne cinta da mura e torri, intervallate da quattro porte principali d’ingresso alla città; quelle attualmente visibili fanno parte del sistema di fortificazione del IV e III sec. a.C.

In un periodo non molto lontano dalla fondazione si provvide a dividere lo spazio interno della città in lotti di terra destinati alle divinità, alle attività pubbliche e ai quartieri abitativi.

L’impianto stradale era costituito da vie di diversa larghezza composte utilizzando tecniche diverse, dal semplice battuto su terra al lastricato in pietra. L’insieme di strade si intersecavano disponendosi per assi ortogonali che delimitavano e circoscrivevano le diverse aree funzionali.

Due santuari sorsero all’interno della pólis greca: uno più ampio a sud, consacrato ad Hera, dove furono edificati due edifici templari, la cosiddetta Basilica ed il tempio di Nettuno e l’altro a nord, dove fu costruito un tempio dedicato alla dea Atena.

I tre templi greci, divenuti ormai simbolo e caratteristica peculiare di Paestum soprattutto per il loro eccezionale stato di conservazione, costituiscono un insieme architettonico straordinario per la comprensione di strutture a carattere religioso di un periodo che abbraccia circa un secolo. I templi infatti datano, a partire dal più antico, la Basilica, dalla metà del VI ai primi decenni del V secolo a.C., periodo in cui fu realizzato il tempio di Nettuno.

In una zona compresa tra i due santuari, gli scavi archeologici hanno identificato alcuni edifici che, per la loro particolare destinazione d’uso, hanno permesso l’identificazione dell’agorà della città greca. Si tratta dell’ekklesiastérion, un edificio circolare con gradinate destinato alle assemblee popolari; di un sacello ipogeico, dai più identificato come heroon, il cenotafio del mitico eroe fondatore della città; di un edificio porticato destinato evidentemente ad accogliere altre infrastrutture dell’agorà.

Alla fine del V secolo a.C. la città cadde in mano lucana assumendo il nome di Paistom.

I Lucani appartenevano al ceppo sannitico, erano di lingua osca e a quel tempo avevano già conquistato città come Capua, Cuma e Napoli. Questo popolo subentrò nella direzione politica della città continuando ad utilizzare gli stessi monumenti pubblici e apprendendo la scrittura dei Poseidoniati.

Nel 273 a.C. Roma trasformò la città greco – lucana in colonia latina, determinando profonde modifiche, a cominciare dal nome della città che fu cambiato in Paestum. I nuovi conquistatori, pur rispettando gli edifici religiosi preesistenti, provvedendo al loro restauro e riprendendo lo schema reticolare di vie disposte ortogonalmente nelle riedificazioni delle aree residenziali, cambiarono invece e ricostruirono le strutture del centro pubblico. L’ekklesiastérion venne obliterato e colmato di detriti, l’agorà cancellata e sostituita dal Foro con nuove strutture politiche, economiche, religiose e sociali.

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