Un'antica Basilica dedicata alla Madonna del Granato


Capaccio-Paestum

Questa è una storia che sa di Medioevo e di antiche distruzioni, ma anche di nuove speranze. È la storia della suggestiva e leggendaria basilica della Madonna del Granato, che sorge proprio sulla sommità del monte Calpazio e che osserva e scruta la valle del fiume Sele in tutta la sua imponenza e magnificenza.

Perché visitarla?

Perché vale la pena ritagliarsi un momento per immergersi in un anelito di leggenda medievale e immedesimarsi negli antichi modi di vivere degli abitanti, assaporando lo stupore e la meraviglia di trovarsi al cospetto di questa granitica e monumentale costruzione.

Vi sono varie prove che testimoniano la presenza di questa basilica nel corso dei secoli, infatti una bolla papale medievale del 967 la denomina come “Santa Maria Maggiore sul Calpazio”.

L’edificio conobbe anche momenti di abbandono e devastazione: infatti, Federico II nel 1246, fece distruggere la città di Caputaquis, Capaccio, e la diocesi venne spostata al centro del paese.

Per fortuna la basilica fu restaurata negli anni seguenti, ad opera dei vescovi di Capaccio: il vescovo Mons. Francesco De Nicolai la fece restaurare intorno al 1708-1709, e proprio in quel periodo si consolidò il culto mariano nella valle. Riguardo al significato del nome, la Madonna del Granato fa riferimento al melograno tenuto in mano dalla statua lignea della Vergine, eretta nel XIV secolo.

Finalmente la basilica fu dichiarata Santuario Mariano nel 1992 dal vescovo Giuseppe Rocco Favale, e al giorno d’oggi è avvolta dalle cure di devozione e fratellanza del culto carmelitano, che prevedono la contemplazione, la meditazione, la preghiera solitaria o collettiva, la vita povera e la purificazione dell’animo.

Quale luogo migliore di purificazione se non quel grande e maestoso eremo che svetta imponente dal Monte Calpazio, e che continua a guardare Caputaquis da secoli, come una grande madre che non smette mai di sperare.