Un Cilento tutto da esplorare...


lunedì, 30 settembre 2019

Come un pittore impressionista dal tocco delicato e deciso al tempo stesso, la natura ha plasmato il profilo aspro, dolce, concavo e convesso delle gole del Calore.

Il corso del fiume Calore, infiltrandosi tra le pieghe delle rocce e correndo tra le fessure del paesaggio, ha saputo crearsi un varco: come una creatura acquatica dotata di vita propria, il Calore lucano ha dato vita a scanalature, aperture e rientranze nella roccia, modellandola con i propri sbuffi veementi d’acqua e dipingendola con la tavolozza del proprio impeto.

Le gole del Calore sono cinque, e sono chiamate così forse, per la loro somiglianza a delle bocche, le stesse bocche fumanti dei vulcani o le bocche da cui fuoriescono storie e leggende che impastano l’identità orale e linguistica del popolo cilentano.

Le gole più suggestive sono quelle a cui si accede mediante la località di Remolino situata nel comune di Felitto. Tra sentieri rigeneranti, sapori bucolici e natura inesplorata e inviolata, si stagliano le concavità delle gole, che formano una parete naturale frastagliata che accoglie il visitatore quasi cingendolo in un abbraccio silvestre, di roccia e vento.

Il corso del fiume Calore si fa spazio, a volte con violenza e a volte placidamente, nelle fenditure del paesaggio, di cui le gole sono il coronamento. Il fiume trasporta la storia e l’identità sociale di una comunità, e nelle sue acque si riflettono i rispecchiamenti delle storie di un tempo che fu: è possibile ancora sentire i sussurri del vecchio brigante Bennardo, che proprio in prossimità delle gole di Felitto costruì la propria grotta, secondo la leggenda, o del ponte di Pretatetta che sembra condurre verso luoghi vergini e incontaminati, come se si aprisse un’altra dimensione, o forse un’altra vita.

Un caleidoscopio di colori, acqua e freschezza attende il visitatore che, inebriato dallo spettacolo naturale che si manifesta in tutta la sua potenza, può scegliere se concedersi un rilassante bagno nelle acque del fiume (al di sotto della diga artificiale vi è una sorta di piccola “spiaggetta” naturale lambita dall’acqua) o avventurarsi in un percorso di trekking (è bene avere con sé delle scarpe comode e dell’attrezzatura sportiva, i sentieri sono impervi). Si può anche optare per un’escursione in un pedalò che permette di ammirare, comodamente seduti, lo spettacolo naturale delle gole come se fosse una mostra interattiva che sfila di fronte allo sguardo, con l’ausilio di una guida del posto. Spesso, in occasione della notte di Ferragosto, vengono organizzati dei giri notturni in pedalò per ammirare lo spettacolo ammaliante delle gole e quello delle stelle cadenti, lì dove l’aria è più pura ed elettrica e gli astri sono più sfavillanti. Abbandonarsi all’abbraccio della natura non è mai stato così semplice ed automatico, e al cospetto delle gole del Calore, l’abbandono diventa un fatto puramente istintivo.

Monica Acito