Racconto di viaggio


Marzo, 2018

Come al solito ricasco nell’ovvio e l’ovvio non è quasi mai da riproporre a voce alta nè per iscritto…quasi mai. Siamo nella ristretta casistica del quasi mai, infatti, è bene ricordarlo, NESSUNA ESCURSIONE È BANALE!!!

Prendete un bambino e accompagnatelo in escursione nella natura o una persona avanti nell’età o un uomo o una donna in carriera (forse questi non ci verranno per mancanza di tempo o sogni o capacità di farsi ispirare, bò) ebbene, tutti provano l’ebbrezza di vivere d’istinti conservativi e protettivi. Infatti, si fa gruppo, anche i più isolati accorrono al più piccolo segnale di difficoltà, tutti diventano genitori dei bimbi presenti e tutti si riuniscono attorno alle persone più mature quando parlano di ricordi e di storie legate alle piante, alle pietre. Siamo esseri umani e il contatto con la natura… (beh a questo punto continuate voi, ne avete titoli e meriti ed ognuno potrebbe aggiungere una riflessione).

Ogni escursione diventa ricordo

RICORDO la mattina del 17 luglio 2016, si va in macchina verso Casaletto Spartano per la seconda festa dell’escursionismo. In macchina è come se fosse già escursione, i rapporti umani sono al centro delle escursioni ed in macchina, anche quella domenica mattina, tra racconti di vita vissuta e sbadigli, cominciammo la passeggiata verso i Capelli di Venere.

Vedrete che sarà uno spettacolo sensazionale, la cascata, i colori, la vegetazione e le persone!

Arrivati, si scende e subito comincia il “lavoro affettivo”, baci e abbracci, strette di mano e scambi di saluti ed impressioni, questo è trekking.

Introduzione ed indicazioni a tutti, in cammino.

Durante tutta l’escursione ci fa compagnia il fiume, acqua limpida che caratterizza tutto intorno a noi, il clima, gli animali e la vegetazione, il terreno, le rocce. Abbondanti le specie igrofile, pioppi (Populus nigra) e salici (Salix sp.) a formare una copertura quasi continua al di sotto della quale c’è luce soffusa ma abbondante per permettere la vita ad altre piante. A desta e sinistra, sulle scarpate le felci (Pteridofite) sembrano borse alla moda dietro le vetrine dei negozi chic di via Condotti (anche se per noi maschietti il trionfo dello shopping e un centro commerciale dove si trovano fianco a fianco Leroy Merlin e un maxistore di elettronica e Decathlon).

Le rocce calcaree bianche levigate dall’acqua vestite di muschi verde brillanti, anche se è estate c’è fresco e il cammino è molto gradevole. È bello come si dispongono le piante in questi luoghi, cambia tutto in pochi centimetri, qui sotto l’ombra delle chiome lussureggianti felci e lì al sole graminacee e piccoli arbusti, resistenti alla cronica mancanza di acqua, che ci ricordano che siamo nel Cilento dove tutto è resistente alle mancanze, anche e soprattutto le persone.

Di tanto in tanto l’aria porta l’odore dei fichi (Ficus carica) tanto che uno si gira intorno per vedere da dove arriva e quasi sempre vede quei chiari fusti tormentati con le grandi foglie e subito cerca il frutto.

A volte ci si allontana un pochino dal fiume e ci si imbatte nelle massicce roverelle, quante storie avrebbero da raccontare, e di tanto in tanto, qualche arbusto di ginestra tra rovi (Rubus ulmifolius) e stracciabraghe (Smilax aspera). È un continuo alternarsi di bosco e macchia mediterranea.

Il gran finale

Un po’ di fatica, a tratti il percorso è soleggiato e fa caldo ma ci siamo, ci concentriamo per gustare il dessert, piano piano, forchetta alla mano [macchina fotografica (prima però guardare con i propri occhi, lo diciamo sempre ai più piccoli) ci avviciniamo e superato il ponticello…SbAm, la testa di Venere grondante acqua chiarissima che ne abbellisce la chioma, UAU.

Si tratta di uno spettacolo da mozzare il fiato, è addirittura un habitat primario. Il paradiso di tutti i parrucchieri delle dive, soffici e piumose Adiantum capillus-veneris. Che volete che aggiunga? Un luogo tutto da scoprire!

Michele